Quel viaggio chiamato amore

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“Egregia Sibilla,
II mio silenzio deve avervi significato che nulla e più possibile tra noi.”

(Dino Campana)


“Ti ho sognato – mi eri coricato accanto – mi son svegliata che dicevi: “Perdonami”. Allora vuoi dire che lo sai finalmente che t’ho amato? Lo sai che cosa orribile è stata la tua cecità?…Son rimasta fedele alla mia passione, in un modo che tu non puoi forse neppur immaginare.
Non so che cosa mi aspetta. Forse le primavere, se torneranno per me, torneranno tutte come questa, deserte.”

(Sibilla Aleramo)

(Dino Campana e Sibilla Aleramo, da Quel viaggio chiamato amore)

 

 

(immagini dal web modificate da I Giorni e le Lune)

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